Scrivo e prendo raramente posizioni politiche pubbliche. Tocca a chi, per competenza e generazione, ne ha la responsabilità. Quando, tuttavia, si esagera un pò nella retorica, è bene richiamare coloro che hanno compiti di rappresentanza assumersi l’onere delle idee e delle iniziative.
La tentazione di riflettere sulle palesi inadeguatezze della classe dirigente europea di fronte a conflitti, in Ucraina e Medio Oriente, che sembrano avere un orizzonte infinito, è grande. Preferisco volare basso. In occasione dei cento anni di celebrazioni dell’Autolaghi, sacrosanti, l’enfasi retorica di alcuni protagonisti ha ampiamente superato le necessarie riflessioni sul tema.
Sono grato al Direttore de La Prealpina per avere ricordato, con esempi concreti, le attuali condizioni, non brillanti, della “nostra” autostrada. Eh sì. Nostra. E’ bene sottolineare che l’Autolaghi è interamente compresa nel territorio della Regione Lombardia. Per questo, oltre due decenni fa, proposi alla Regione, Presidente Formigoni, di acquistarla dal gruppo Benetton. Si rispose che la convenzione esistente non lo permetteva. In realtà sarebbe stato sufficiente impugnarla, dimostrando facilmente che in più di una circostanza, pochi centimetri di neve che bloccavano migliaia di automobilisti, per esempio, la convenzione stessa non era per niente rispettata. La verità è che di fronte a certi poteri la politica, al di là di affermazioni tanto roboanti quanto impotenti, si è dimostrata debole se non subalterna.
E’ accaduto anche per la Pedemontana lombarda, il cui tracciato originario è stato cambiato sino a farla diventare una sorta di ulteriore tangenziale Nord di Milano senza, per altro, arrivare a Dalmine. E’ giusto compiere un bilancio ambientale, economico, sociale, molto rigoroso, sulle infrastrutture del Nord. E non solo. Anzi, è indispensabile.
Bilancio tanto più urgente per una autostrada, la Pedemontana, sulla quale fiumi di inchiostro e di parole non possono occultare il suo insufficiente utilizzo e il prezzo, alto, del pedaggio.
Ritardata nella sua realizzazione perché il piano finanziario del 2007 fu terremotato dal fallimento della Lehman Brothers del settembre 2008. Ritardata perché coloro che gestivano l’Autolaghi non avevano alcun interesse ad accelerarne la realizzazione, essendo beneficiari della gallina dalle uova d’oro. Già. In mezzo alla tempesta finanziaria che mise in grande difficoltà aziende, artigiani, risparmiatori, famiglie, i gestori della “nostra” autostrada fecero, senza rischi, soldi a palate. Senza rischi perché i pedaggi si continuavano a pagare indipendentemente dalla qualità dei servizi e perché la tecnologia (telepass) aveva abbattuto drasticamente i costi del personale.
Stiamo all’oggi. Quell’idea è ancora attuale? Secondo me sì. La Regione Lombardia dovrebbe puntare ad acquisire la proprietà dell’Autolaghi. Per impugnare la convenzione bastano ed avanzano gli esempi fatti dal Direttore di Prealpina nel suo editoriale di domenica 22 settembre. Una moderna Via Crucis. I disagi di migliaia di pendolari/lavoratori, spennati come polli, sono facilmente dimostrabili.
Le spiegazioni addotte dall’AD della società di gestione, appaiono, ancorchè dovute, piuttosto fragili.
La Lega esprime il Presidente della Regione Lombardia e il Ministro dei Trasporti. E’ necessario anche avere il Segretario Generale dell’Onu per avanzare e, di conseguenza, realizzare questa proposta? Non credo.
Non so se i partiti dell’attuale Governo di centrodestra, FDI, FI, Lega, Noi Moderati (?), riusciranno ad approvare premierato ed autonomia differenziata. So, con sicurezza, che non c’è bisogno della loro approvazione per realizzare una proposta di vent’anni fa, del tutto attuale.
Il Governo Meloni a me pare essere tanto aggressivo nei confronti di lavoratori, artigiani, risparmiatori e piccoli proprietari, quanto subalterno nei confronti dei detentori di grandi rendite e ricchezze. Il rapporto tra la Presidente del Consiglio e l’uomo più ricco del mondo, Elon Musk, sembra confermare questa impressione.
L’idea di una nuova stagione dell’Autolaghi non vuole avere il sapore della sfida del federalista, non pentito, che ha una certa dimestichezza con la materia. Desidero rilanciarla solo nell’interesse dei lombardi. Anche un bambino capisce che le entrate, ingenti, derivanti dai pedaggi, non solo migliorerebbero la funzionalità dell’autostrada, ma potrebbero servire anche a migliorare altri settori, a partire dall’emergenza sanità.
Ci sono idee migliori o dobbiamo rassegnarci all’immobilismo inconcludente del “si è fatto sempre così”?
Daniele Marantelli
Da La Prealpina, 24 settembre 2024