Ormai ad ogni consultazione elettorale un elettore su due non va a votare, nonostante l’offerta politica sterminata. Dalla destra estrema alla sinistra pseudo radicale. Perché?
Politici, intellettuali, esperti, ci offrono le risposte più svariate. Personalmente credo che la più importante stia nel fatto che la politica conti come il due a briscola. La finanza comanda, i tecnici eseguono, i politici si beccano come galli spompati in tv. Poi, però, intervengono dettagli illuminanti. Venerdì 15 marzo il Presidente della Provincia di Varese ha invitato il Ministro Salvini a Villa Recalcati a parlare di infrastrutture. Erano presenti, tra gli altri, il Ministro dell’Economia e il Presidente della Regione Lombardia. Venerdì sarebbe stato anche il compleanno di Roberto Maroni. Nessun esponente leghista lo ha ricordato.
Il primo non mi ha sorpreso. Dimenticanza? Calcolo politico? Non saprei. Sta di fatto che questo episodio, che ai più apparirà un dettaglio irrilevante, per me è molto istruttivo. Si cancellano, anche così, senso di appartenenza e di comunità. Intendiamoci. Non vale solo per la Lega. Anche in altri partiti, compreso quello a cui aderisco, prevale spesso l’affermazione individuale. L’appartenenza ad una scala di valori e ad un progetto comune per risolvere i problemi delle persone vengono messi in secondo piano. I cittadini se ne accorgono e “schifano” la politica. Tutto ciò contribuisce a picconare la democrazia ereditata dalla Resistenza e ad indebolire le Istituzioni. Per imprimere una sterzata, almeno nel centrosinistra, nel febbraio 2023 avevo sostenuto alla segreteria del Pd Elly Schlein. Non ne sono affatto pentito anche se ho visto in questi mesi limiti ed errori nel partito che dirige, soprattutto nel Nord. Accentuati da chi nel Pd si comporta come i ribassisti in borsa. Sotto vento se le cose vanno bene. Pronti ad azzannare di fronte alle difficoltà. Dire che il mondo è cambiato è un’ovvietà. Come è cambiato? Questo dovrebbe essere il livello di approfondimento. Se nelle ultime votazioni all’Onu i paesi occidentali finiscono sistematicamente in minoranza, ci vogliamo chiedere le ragioni?
Sabato scorso ho partecipato ad un convegno del Pd a Bergamo concluso da Elly Schlein. Sui contenuti, lavoro, sanità, ambiente, ha messo in chiaro le differenze con la destra. Sui terribili conflitti in Ucraina e Medio Oriente, sul tremendo attacco terroristico a Mosca, non si è limitata ad evocare il valore universale della Pace. Ha indicato la via di un’iniziativa politica nuova e necessaria dell’Europa.
Nei giorni scorsi ci sono state discussioni infinite sul termine genocidio. Psicodrammi individuali nell’Anpi, nei partiti, in tv. Ma i nonni e i genitori degli oltre 12.000 bambini uccisi a Gaza dai soldati israeliani, agli ordini di Netanyahu, si stanno domandando se si tratta di genocidio o di massacro?
Partecipai ad un convegno organizzato dalle Lega a Besozzo nel marzo 2011 sul federalismo. Erano presenti Bossi, Maroni e tanti altri. Sostenni con forza l’obiettivo di realizzare gli Stati Uniti d’Europa. Un’Europa dei popoli, federale, in un’Italia federale. Sono trascorsi 13 anni. Non ho cambiato idea, tanto più, come ha argomentato bene il direttore di questo giornale, che oggi ci troviamo “sull’orlo del precipizio”. Il rafforzamento delle istituzioni e il contrasto alle ingiustizie hanno bisogno del federalismo e del federalismo fiscale. Nel Nord le regioni Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Friuli, Trentino, sono state più volte governate dal centrosinistra. Lombardia e Veneto, dal 1995, mai. L’Emilia Romagna fa storia a sé. Perché il 25% della popolazione italiana è diffidente, quando non ostile, nei confronti delle forze progressiste? Dire che Pd e M5S non bastano per vincere nel lombardo/veneto è giusto, ma è come scoprire l’acqua calda. Sostenere, come fanno molti esponenti progressisti (?) di queste regioni da lustri, che si vince nei comuni e, quindi, si vinceranno le regioni, è indice di malafede più che di pochezza.
Per questo occorre affrontare la realtà di queste due regioni decisive per il futuro dell’Italia, tanto più di fronte alle evidenti contorsioni dell’attuale Lega e alle politiche stataliste di Fratelli d’Italia. A mio giudizio la cultura del lavoro fatto bene, dell’iniziativa individuale, del risparmio, della piccola proprietà, non contraddice i valori di libertà, solidarietà, autonomismo, che nel lombardo/veneto hanno radici robuste, nonostante i cambiamenti avvenuti e in corso.
Qualsiasi forza autenticamente popolare, federalista, fortemente legata al proprio territorio, deve prendersi le proprie responsabilità. Possibile che vicende enormi come Lufthansa/Ita e Whirlpool, per esempio, che avranno grandi conseguenze per lavoratori, famiglie e indotto, siano state affrontate, finora, con disarmante superficialità?
Daniele Marantelli
Da La Prealpina