Paragonare per lo smog Milano a Nuova Delhi o a Lahore può fare impressione solo a coloro che vivono di slogan e mode. In realtà da gran tempo, per esempio, i media tedeschi definiscono la Pianura padana la “camera a gas d’Europa”. Definizione fastidiosa, ma, purtroppo, fondata.
Per questa ragione mi permisi di invitare, oramai più di 10 anni fa, contando sulla loro amicizia, il Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando e il Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni ad affrontare con uno sforzo straordinario un problema tanto complesso quanto dannoso per la salute di milioni di persone, come l’inquinamento. Ministro e Presidente, la cui scomparsa ha lasciato un grande vuoto non solo tra i suoi cari e nel suo campo politico, iniziarono a collaborare con impegno per affrontare la difficile sfida. Peccato che dopo pochi mesi il Ministro dell’Ambiente fu sostituito da un altro esponente politico e, da allora, a quanto mi risulta, nessuna iniziativa strategica è stata assunta.
Non ero e non sono un esperto della materia. Ci vuole davvero poco, tuttavia, per capire che la Pianura padana è una specie di catino compresso tra le Alpi e gli Appennini. Con un unico sbocco sul mare Adriatico. I cambiamenti climatici esistono, i fenomeni anticiclonici sono aumentati e, con essi, l’aria stagnante. Per chi avesse ancora dei dubbi basterebbe si recasse al Sacro Monte in una giornata tersa. Da lì vedrebbe uno spettacolo bellissimo che permetterebbe di raggiungere con lo sguardo gli Appennini. Purtroppo tra essi e la Lombardia si staglierebbe anche una enorme massa bianca. Lì dentro c’è il veleno che respiriamo.
Dispiace che dopo la recente pubblicazione dei dati relativi all’inquinamento di Milano siano esplose aspre polemiche tra diversi esponenti delle istituzioni. Sindaco di Milano, Presidente della Regione Lombardia, membri di Governo e rappresentanti di molte associazioni. L’asprezza delle polemiche è, tuttavia, direttamente proporzionale alla loro inconcludenza. Non si è mai visto risolvere problemi complessi con le polemiche. E’ colpa tua, non dipende da noi. Argomenti buoni, al massimo, solo per gli azzeccagarbugli manzoniani.
Riprendo quanto scritto su queste colonne nel giugno 2021.” La Pianura padana è la camera a gas d’Europa. I senatori Misiani e Manca (PD) sono riusciti a fare stanziare 115 milioni per migliorare la qualità dell’aria nella Pianura padana. Un risultato dal valore simbolico importante. Ma ciò di cui abbiamo bisogno, tuttavia, è un progetto di grande cambiamento del trasporto pubblico, del riscaldamento, del sistema produttivo e di quello agricolo, a partire dagli allevamenti, all’insegna della transizione energetica e della trasformazione digitale. Perché allora non convocare un consiglio regionale straordinario aperto al mondo delle Università, dell’impresa, del sindacato per affrontare questi temi visto che il Presidente del Consiglio (era Draghi n.d.r.) ha detto che il Pnrr dovrà assumere caratteri strutturali? Carlo Cattaneo diceva che i 9/10 del nostro benessere dipendeva “dalle nostre mani”. Questo è quanto scrivevo per i lettori de La Prealpina nel 2021.
Proposta caduta nel vuoto. Non ho cambiato idea. Dopo quasi tre anni di inerzia ci sono in circolazione idee più efficaci?
O ci illudiamo che il problema sarà risolto con le svariate Aree C e le macchinette elettriche? La classe dirigente ha il compito di risolvere i problemi, non già quello di eccitare i tifosi dei rispettivi schieramenti. Si lascino perdere gli alibi delle competenze. Premierato, autonomia differenziata, con la loro sgangherata impostazione. Alibi, per l’appunto. Altrimenti dovremmo pur dire, innanzitutto, cosa sono diventate in questi anni le assemblee elettive. Camere, consigli regionali e comunali: gusci vuoti. Da federalista convinto constato che la tesi secondo la quale non dobbiamo cambiare niente, presuppone che il sistema vada bene così. A me non pare. La prova regina sta nell’elevato grado di sfiducia dei cittadini nei confronti dei partiti e delle istituzioni. Nei prossimi mesi si vedrà cosa emergerà da questa confusione. Intanto, tuttavia, il consiglio regionale della Lombardia, terza Camera per importanza d’Italia, ha l’occasione per occuparsi di un tema di grande rilievo. Le proposte, che al riguardo non mancano, hanno però bisogno di uno sbocco politico che dovrebbe coinvolgere anche le regioni Veneto ed Emila Romagna. Al netto della leva del Pnrr, ormai è chiaro a tutti che abbattere l’inquinamento nella Pianura padana è una sfida non più rinviabile. Si tratta di una sfida impossibile? Molto spesso la concretezza dipende dal coraggio e dalla fantasia.
Daniele Marantelli
da La Prealpina, 24 febbraio 2024