Nel suo editoriale di fine anno il Direttore de La Prealpina ha immaginato che i migliori protagonisti della politica del territorio componessero una sorta di Dream Team.
I prescelti, immagino, saranno stati contenti. Meno felici quelli costretti in panchina o spediti in tribuna. Nel calcio, così come in economia, nei media, nella politica e nelle istituzioni, contano i risultati. Vedremo se a fine 2024 la squadra sarà confermata. Ho una certa dimestichezza con il calcio. Quindi mi permetto qualche consiglio, non richiesto, ai giocatori.
Le guerre. Nel Mondo sono più di 50. Hanno avuto un enorme impatto su di noi, tuttavia, “solo” i conflitti in Ucraina e Medio Oriente. Esiste un aggressore, la Russia, e un aggredito, l’Ucraina. Nel Medio Oriente molti auspicano due Popoli in due Stati. Ripetere come un disco rotto questi due concetti condivisibili, senza un’iniziativa politica internazionale all’altezza, non porrà fine a queste due immani tragedie. Se sapessi odiare, odierei la retorica. Evocare la pace senza indicarne la strada da percorrere, è pura retorica. L’Italia ha ora nelle sue mani la guida del G7. Spero assuma con coraggio un’iniziativa che coinvolga l’Europa. E’ possibile. Fare i guardiani del bidone di un Mondo che non c’è più, non avvicina la pace.
Nel Mondo Nuovo avrà un peso dirompente l’intelligenza artificiale. Già oggi il rapporto di Harvard Law ci indica che la pur prestigiosa professione di avvocato, per esempio, rischia di essere travolta dall’IA. Nel giugno 2024 ricorderemo Enrico Berlinguer a 40 anni dalla sua scomparsa. Ho avuto la fortuna di ascoltare il suo intervento al Teatro Lirico di Milano nel 1979. A quel piccolo/grande sardo faremmo un grave torto se lo trasformassimo in un santino. Sul rapporto uomo/natura, emancipazione femminile e rapporti geopolitici, Enrico Berlinguer è stato un grande innovatore. Per questo nelle iniziative che si faranno per ricordarlo proporrò di dedicare un appuntamento/riflessione all’IA. Molti hanno dato una lettura macchiettistica della sua analisi sulla “questione morale”. Ma il tema è tuttora diffuso nella società italiana. Vanno evitati i toni moralistici, ma, almeno chi fa politica oggi, non può limitarsi a fischiettare. Non si tratta solo di furti e ruberie. Alterare le gare d’appalto mescolando politica, relazioni, affari, istituzioni, cos’è? Addossare ad altri la responsabilità di aver sparato un colpo di pistola a Capodanno? Non pagare da parte di un esponente di Governo la cassa integrazione ai propri lavoratori? Andiamo al cuore del problema. Molti politici, consapevoli che la loro traiettoria temporale sarà breve, cercano di monetizzare per loro stessi, l’esperienza istituzionale. O, cessata questa, si dedicano alla lucrosa professione di lobbisti. Queste pratiche vanno estirpate, perché servono esempi virtuosi. Non è, infatti, che nella cosiddetta società civile trionfino i San Francesco. Le cronache sono fitte di episodi che, specialmente nella sanità, rasentano la barbarie.
Ci sono quattro grandi montagne da scalare. Lavoro/stipendi, sanità, pensioni, scuola. Con una zavorra di quasi 2.900 miliardi di debito pubblico, l’Italia, senza una crescita significativa, non raggiungerà mai la cima. Da convinto cultore della “questione settentrionale” sono convinto che la crescita del Paese passa da una scossa, produttiva e non solo turistica, del Sud. Il Nord, tanto più tartassato da una pressione fiscale aggravata da evasioni fiscali record, più di così cosa può fare? Eppure su questo tema i silenzi sono assordanti. Capisco la Meloni. Ha una visione statalista. Capisco Salvini. La Lega non è più quella dell’eliminazione delle barriere di Gallarate, ma del Ponte sullo Stretto. Capisco Conte. In quel mondo permane una certa cultura assistenziale. Perché, mi chiedo, allora il Pd e la sinistra non prendono il toro per le corna? Perché certe domande restano tabù? Perché dopo il Rinascimento di Draghi, alle elezioni ha vinto nettamente la destra? Posto che non si può sciogliere il popolo, una forza popolare non si accontenta del consenso, pur importante, di studenti e laureati.
Concludo con un’ultima riflessione. Abbiamo la fortuna di vivere in un territorio bellissimo. Nel settembre 1946, Gianni Rodari, talento allo stato puro, descrisse in una paginetta per l’Ordine Nuovo i nostri meravigliosi paesi. Il titolo: “Dichiarazione d’amore al Varesotto”. Orgogliosi di questo patrimonio, in gran parte intatto, siamo altresì orgogliosi di essere La Provincia con le Ali. Il settore elicotteri va bene. Ma a Venegono, nell’ex Aermacchi, che succede? “Chi laura a la Macchi al ga ul pan in vita”, E’ stato detto per decenni. Non è più così. Lo schema progettazione, prodotto, gara, contratto, resta attuale. Ma dopo il 2025 possiamo sapere quali nuovi CONTRATTI daranno lavoro qualificato a operai, tecnici, impiegati, compresi quelli impegnati nello speciale indotto dell’aerospazio, altro nostro fiore all’occhiello?
Ecco una domanda, scomoda ma ineludibile, che mi permetto di rivolgere al Dream Team e ai componenti della panchina che hanno a cuore il futuro dei nostri giovani.
Comunque a tutti loro, ai sostenitori, ai tanti sfiduciati da rimotivare, auguro un Felice 2024.
Daniele Marantelli
Da La Prealpina