Le capitali del mondo, New York, Londra, sono palesemente impreparate di fronte al maledetto coronavirus. Un avversario pericoloso, subdolo. Gli italiani, finalmente, sono più consapevoli della gravità della situazione che in Lombardia ha già avuto conseguenze drammatiche. La scomparsa di molti anziani ci rende più poveri e soli.
Il Presidente della Repubblica Mattarella ha fatto bene a sottolineare questa pagina tristissima e a richiamare bruscamente tutte le forze politiche a dare prova di unità.
In questo momento dobbiamo infinita gratitudine a chi con coraggio e professionalità combatte questa minaccia che colpisce anche i giovani. Non tutti sanno che la legge 833, che nel 1978 istituì il Servizio Sanitario Nazionale, un balzo di civiltà per l'Italia, ebbe come relatore al Senato Gaetano Merzario. Nato a Soresina, svolse la sua attività politica a Varese. Intelligenza fuori dal comune. Mi sono chiesto quale contributo si può dare, attingendo anche ai suoi insegnamenti. Serve a poco, oggi, sottolineare gli errori dei diversi livelli istituzionali e di tanti altri soggetti. Il mondo abbonda in esperti del senno di poi. A me è capitato nelle scorse settimane, pur non avendo ruoli istituzionali, di trasmettere a chi ha compiti di Governo nazionale, regionale e locale idee, proposte. Non ho rinunciato a denunciare ritardi o criticare scelte infelici. L'ho fatto riservatamente, senza polemiche. Con le polemiche non si risolvono i problemi. So bene che i cittadini assistono sbigottiti al rimpallo di responsabilità sul tema delle mascherine. Anch'io mi chiedo come sia possibile non avere un decente scenario di politica industriale per un prodotto così semplice.
Nel pieno della lotta, tuttavia, mi permetto di avanzare una strategia immediata per il nostro territorio. Una terapia d'urto. Occorre aggredire il problema. L'isolamento non basta più, bisogna circoscrivere il fenomeno. Varese, per fortuna, oggi può farlo. I numeri e la crescita quotidiana dei casi, per ora relativamente contenuta, lo consentono. Mai come adesso bisogna privilegiare il capitale umano, mettendo in secondo piano budget e burocrazia. Il formidabile sforzo fatto in Lombardia per dotarla di nuovi posti di rianimazione è encomiabile. La lotta nella trincea dei pronto soccorso e delle intensive suscita ammirazione sconfinata. Se, tuttavia, non si blocca il contagio, non si circoscrivono i fattori di focolaio, dandoci una spiegazione scientifica delle cause, i posti di rianimazione non basteranno mai. La Provincia di Varese può uscire rapidamente dall'incubo. Da cosa dipendono i contagi? Il numero relativamente basso di contagi quotidiani può, anzi deve, trovare la spiegazione. Dalle RSA, dagli ospedali, da luoghi di lavoro particolari, dai contatti famigliari, da pochi tamponi eseguiti, dai medici di base particolarmente bravi? Dalla nostra Ats mi attendo sia attivata il "governo" di questa strategia, se condivisa. Servono indicazioni chiare e strumenti adeguati per sindaci, medici di base, case di riposo.
Nelle nostre aziende ospedaliere si stanno facendo enormi sacrifici, anche se la situazione non è drammatica come a Bergamo e a Brescia.
C'è bisogno di dare fiducia al personale, dotandolo di strumenti di protezione, creando un clima di massima collaborazione.
Lavorando, come bancario, per più di dieci anni all'Ospedale di Circolo, ho conosciuto medici, infermieri e tecnici eccezionali. Anche oggi, fortunatamente, disponiamo di grandi risorse umane.
Gli operatori sanitari degli ospedali, del territorio, delle case di riposo, non sono robot, ma persone che hanno famiglie, affetti.
Ci sarà bisogno di tutti i cittadini affinché, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, nel nostro territorio il "sistema" possa reggere di fronte ad una sfida durissima. Avremo modo di mettere a punto idee nuove per organizzare la riscossa economica, sociale e culturale della nostra comunità. La storia del nostro territorio dimostra, fuori da ogni ottimismo di maniera, che esistono le condizioni perché tale reazione abbia successo. Oggi, tuttavia, la madre di tutte le battaglie è quella di mettere TUTTI gli operatori sanitari nelle condizioni di reggere, affinché dalla vicenda varesina si possa trarre un insegnamento, aggredendo e circoscrivendo il fenomeno, che può avere un'importanza generale. Il territorio è un fattore chiave. Li c'è il nostro punto debole. Lasciamo stare adesso ritardi e negligenze di Governo e Regione. Sono mortificato dalle polemiche, nazionali e locali, persino nelle aule parlamentari, che nascondono impotenza e, in qualche caso, vigliaccheria.
In Corea del Sud dopo 5 ore si ha l'esito del tampone. Non è ammissibile che in Lombardia servono più giorni. Molti dicono che siamo in guerra. Ma se è così, non è accettabile che si adottino, burocraticamente, le stesse procedure del tempo di pace.
A Varese si può aggredire e circoscrivere il coronavirus. Chiedo a chi ha responsabilità di direzione di ricorrere alle migliori competenze. Non è tempo di pigrizie. È il tempo del coraggio, della razionalità, dell'etica della responsabilità.
Daniele Marantelli
da La Prealpina, 28 marzo 2020