Un'ora e mezza di colloquio all'ultimo piano del palazzo di giustizia. Faccia a faccia il procuratore della Repubblica Daniela Borgonovo e il deputato del Partito Democratico Daniele Marantelli.
Tema: i vuoti tra le fila del personale amministrativo della Procura di Varese e il rischio, concretissimo, che l'estate che sta per cominciare sia sotto il segno dell'emergenza. Al termine dell'incontro da Marantelli nessun annuncio mirabolante.
"Non sono incline alle facili promesse" - ma un'analisi della situazione che individua- tra gli errori del passato (la mobilità da altri enti verso Busto Arsizio e non Varese) e le prospettive future (il concorso, oltre 5000 nuovi addetti l'anno prossimo in Italia) - una possibile soluzione "tampone". Ovvero reperire quelle 3-4 persone che potrebbero bastare per evitare il tracollo estivo (in servizio 15 impiegati su un totale teorico di 34) con un gioco di squadra tra istituzioni, opportunamente stimolate. E anche con una ricognizione al Ministero della Giustizia, retto dal compagno di partito di Marantelli Andrea Orlando: "Sarà una verifica in tempi brevi della situazione, ma è inutile farsi illusioni: se la situazione è questa è perché in via Arenula non si può fare di più in questo momento".
"Ho ritenuto giusto non lasciare cadere nel vuoto le preoccupazioni del procuratore Borgonovo - spiega Marantelli dopo l'incontro -. Mi è stato detto che per quanto riguarda i magistrati la situazione è confortante, e che nei prossimi mesi andrà ancora meglio con l'arrivo di due nuovi pm. Del resto i dati parlano da soli: in due anni 25.000 fascicoli smaltiti".
Mentre per quanto riguarda il personale amministrativo "la situazione è difficile - continua Marantelli - e farò tutto quello che posso per cercare una soluzione. Certo, il concorso, l'arrivo di migliaia di addetti il prossimo anno, magari con una distribuzione più razionale sul territorio, sono qualcosa di mai visto prima. Ma ora serve una soluzione transitoria. E questo non tanto nell'interesse di magistrati ed avvocati, ma nell'interesse del cittadino, che ha diritto ad una giustizia che funziona".
da Paolo Grosso, La Prealpina, 6 giugno 2017