Caro Salvini,
l'11 dicembre 2008 ero stato invitato dalla Professoressa Annamaria Testa per incontrare, alla Bocconi, i suoi studenti del terzo anno di Linguaggi della comunicazione.
Titolo dell'incontro: linguaggi della politica. La Professoressa mi chiese di adoperarmi affinché partecipasse anche un esponente della Lega. Ti chiamai e mi desti la tua disponibilità. Oltre 8 anni fa, a me era chiaro che avevi doti di comunicatore fuori dal comune. Da allora, ne hai fatta di strada. Sei diventato il capo di un partito che ha avuto responsabilità di governo nazionali e guida, oggi, tra l'altro, regioni che sono locomotive del Paese come Lombardia e Veneto. Nel frattempo, io, invece, ho dovuto rinunciare ad un ruolo cui tenevo molto: quello di "deputato senza titoli". Da qualche tempo, infatti, coordino, alla Camera, i cosiddetti giovani turchi e faccio il Tesoriere del gruppo del Pd. Cerco di svolgere entrambi i compiti con la stessa passione e onestà che avevo a 23 anni, quando mi chiesero di fare il segretario di sezione.
Forse ricorderai, che quel giorno, parlai ai ragazzi anche del mio partito. Dissi loro che per favorire la partecipazione alla vita politica, occorreva demolire l'organizzazione correntizia. Fondata su filiere che premiavano la fedeltà invece del merito. Prive di legami ideali e culturali che indebolivano l'identità di una forza appena nata e che, tuttavia, aveva radici importanti nella società italiana. La soluzione, dicevo allora, tanto rivoluzionaria quanto realistica, era quella di dare vita ad un "Partito federale".
Una piramide fondata su valori comuni, libertà, uguaglianza, giustizia sociale, solidarietà, merito, con un vertice tanto più autorevole quanto più capace di avere una base in grado di conoscere e rappresentare, con competenza e onesta', le realtà e i territori di questo meraviglioso Paese. Trovando soluzioni ai problemi. Non è andata esattamente così, nonostante nell'articolo 1 dello Statuto del Pd vi sia scritto che è un Partito federale. Non poteva andare così, men che meno, in un partito come il tuo. Il risultato è che il grado di fiducia dei cittadini nei partiti è crollato all'ultimo posto. Forze deboli rischiano di minare le basi della democrazia. Se prevale una politica appannaggio di figli dei ricchi, di terminali di lobbies economiche o addirittura di organizzazioni illegali e criminali, avremo fantocci subalterni a centri di potere esenti da ogni controllo democratico.
Passione e franchezza mi spingono a dirti che, nei giorni scorsi, dalle terre martoriate dal terremoto e dal gelo, hai mandato un pessimo messaggio. Sei stato in quei luoghi. Hai fatto bene ad andarci. Hai fatto male a lanciare, in quelle ore, critiche sguaiate alla macchina dei soccorsi. L'atteggiamento di responsabilità del Pd e del suo segretario non scambiarli per debolezza. Parlo di ciò che conosco: dell'esercito. I militari complessivamente impiegati hanno raggiunto quasi il numero di 3000, utilizzando quasi mille mezzi tra quelli speciali del genio, quelli ruotati e cingolati. Inizialmente, le condizioni meteorologiche avverse hanno impedito l'utilizzo di elicotteri, ma poi, sono entrati in azione oltre 30 elicotteri che si sono rivelati preziosi per trasportare personale, feriti, materiali di prima necessità, equipaggiamenti. Tante frazioni isolate sono state raggiunte grazie ai mezzi speciali sgombraneve di cui dispongono le Forze Armate che hanno ripristinato la viabilità, in condizioni estreme, per decine di chilometri. So, insomma, che l'Esercito, Soccorso Alpino e Marina compresi, ha lavorato e sta lavorando con la Protezione Civile, i Vigili del Fuoco, la Polizia di Stato, la Guardia di Finanza e tutti gli enti che fanno parte della squadra dei soccorsi. Questi i fatti. La deformazione dei fatti non aiuta il confronto ne', quel che conta di più, la soluzione di problemi difficili. Si poteva fare meglio? Può darsi. Si deve fare di più? Si. Ma intanto si deve esprimere profonda gratitudine per la generosità e la professionalità di tutti coloro, compresi i volontari, impegnati nelle operazioni di soccorso. Questo non attenua, so bene, l'immenso dolore dei famigliari colpiti per la perdita dei loro cari. Ne' lo sconforto di chi, cittadini, amministratori, allevatori, da mesi combatte contro un nemico potente e tremendo. Ne' l'esigenza di un bilancio severo di quanto accaduto.
Non mi stupisce che tu sia andato a Coblenza a braccetto con la destra reazionaria europea. Personalmente non vi definisco con il termine ambiguo di populisti. Siete dei nazionalisti. Ti contrasteremo duramente per ricordare le responsabilità che hanno avuto i nazionalisti in Europa nel secolo scorso. A partire dalla tragedia della guerra. Con Trump e il Commonwealth sembra di essere tornati agli anni '50. Mi è chiara, da tempo, quale sia la tua strategia in Italia e in Europa. Sui temi della tutela e prevenzione del territorio, l'Italia ha bisogno, tuttavia, di una strategia di lungo periodo condivisa da tutte le forze politiche. Compresa la tua. Se il sistema politico piegherà verso il proporzionale, il ruolo di "esempio" dei leader di partito, di tutti i partiti, conterà molto.
Nelle vene di un Paese comprensibilmente sfibrato e impaurito, hai trasmesso sostanze tossiche, che lo rendono persino più incattivito di quanto non sia. I cittadini, e soprattutto i ceti popolari, hanno bisogno, invece, senza retorica, di ricevere messaggi di fiducia.
Ricordati, caro Salvini, che tra la memoria e la furbizia, alla lunga, vince sempre la memoria.
Pensaci. Ciao.
Daniele Marantelli
Commissione Difesa Camera
da L'Huffington Post, 23 gennaio 2017