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Burocrazia nemica della sanità

Il picco dell’influenza ha creato e sta creando disagi in molti Pronto Soccorso della nostra regione.Carenze di posti letto con conseguente difficoltà del personale nel trovare soluzioni appropriate. Ma è davvero così anche per l’Ospedale di Circolo? È anche così. Ma non solo così.

 

Le difficoltà nell’accedere ad un ricovero si registrano ormai da gran tempo. Rispetto a fine anni ‘80 i posti letto (allora oltre mille) si sono pressoché dimezzati. Gli ammalati bisognosi di ricovero si sono dimezzati? Dubito. Non dubito, invece, che sul nostro territorio il rapporto tra posti letto di ospedale e popolazione dell’area di competenza sia più basso rispetto al valore medio regionale.

Si è realizzato rispetto ad allora un moderno monoblocco. Un investimento di oltre 200 miliardi di lire destinati nel 1999 dal Governo di Centro Sinistra.

La tecnologia ha fatto passi da gigante. Eppure oggi come ieri la moderna sanità si basa su tre pilastri: prevenzione, cura, riabilitazione. C’è da chiedersi se nel nostro territorio si stia lavorando per declinare al meglio nel futuro questo nesso inscindibile. Come conciliare prestazioni in presidi di prossimità territoriale e qualità delle stesse è un tema enorme. Ospedale di Circolo e ospedali della stessa azienda dovrebbero avere vocazioni dichiaratamente diverse. Per il Del Ponte e Cuasso è già così. Nessun presidio (Cittiglio, Luino, Tradate) ovviamente va chiuso. Tutti però dovrebbero essere meglio caratterizzati in una logica di differenziazione dei compiti e di integrazione.

Nelle scorse settimane vi è stato un vivace confronto tra le forze politiche e gli amministratori locali per individuare nuovi strumenti di controllo dei comuni, come previsto dalla normativa regionale. Non mi è parso siano emerse strategie legate a politiche sanitarie alternative tra loro. Ho avuto invece la sensazione che si siano utilizzate le istituzioni per battaglie interne di partito.

La demografia è una scienza che ci fornisce dati chiari. Nei prossimi anni la nostra popolazione invecchierà e accentuerà le patologie tipiche della lungodegenza. Queste non sono compatibili con ricoveri in ospedali di alta specialità. Non sono economicamente sostenibili. Serve un discorso verità, trattando i cittadini da persone adulte e consapevoli. Il diritto alla salute, per tutti ma soprattutto per i ceti popolari, non basta sia contenuto nell’articolo 32 della Costituzione. Va concretamente assicurato alle persone e alle famiglie.

Il nuovo Ospedale di Circolo è nato per garantire prestazioni di alta specialità. Non sarei così sicuro che i ricoveri rispondano completamente a tale criterio. Facile prendersela poi con il primario, i medici e gli infermieri del pronto soccorso. Facile, ma fuori luogo e anche un po’ immorale. Credo occorra perseguire una strategia diversa. Coinvolgere i Medici di Famiglia nella loro preziosa funzione, stimolandoli verso forme di lavoro in team per garantire davvero una continuità assistenziale e tornare ad essere il primo filtro tra chi si ammala e l’ospedale, realizzare ospedali di comunità, rilanciare su basi nuove il rapporto tra Università e Ospedalieri, definire un rapporto corretto tra pubblico e privato, individuare nuove risorse. Questa, a mio giudizio, è la strada necessaria per arrestare un evidente affaticamento dell’amato Ospedale di Circolo.

Troppe professionalità hanno deciso di andare a lavorare altrove. Perché? Gli esponenti delle istituzioni interessate, locali e regionali, si sono posti questa domanda? Se sì, quale è la risposta?

Chi pensa di affrontare i problemi dell’Ospedale di Circolo con misure burocratico -amministrative non determinerà alcuna inversione di rotta nonostante i sacrifici, l’impegno e la qualità del personale che resta indiscutibilmente elevata.

Un clima nuovo può favorire anche una ripresa delle donazioni private. In questo campo l’Ospedale di Busto gode di una condizione più favorevole. Non c’è invidia. Pura constatazione.

Nuove risorse e nuove politiche di welfare costituiscono le condizioni di partenza per delineare una nuova strategia che accresca il numero e la qualità delle prestazioni sanitarie nel nostro territorio nel quale l’Ospedale di Circolo possa continuare a svolgere un ruolo fondamentale nella ricerca e negli interventi di alta specialità.

Questa riflessione risente sicuramente dei dieci anni passati a lavorare, come bancario, al Circolo, dove ho conosciuto e apprezzato grandi personalità. Ma più che volgere lo sguardo al passato mi auguro di riuscire a sollecitare positivamente tutte le energie che vogliono misurarsi, con realismo e coraggio, con le sfide del futuro.

Daniele Marantelli

Deputato del Partito democratico

 

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