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Decolla l'elicottero del futuro. Il governo stanzierà 487 milioni di euro nei prossimi 10 anni.

«La quarta Commissione (Difesa) esprime parere favorevole»: con queste parole messe nero su bianco qualche giorno fa, il 26 ottobre, decolla ufficialmente il progetto decennale del Governo a favore dell’aeronautica varesina.

 

L’iter parlamentare si concluderà con il sì scontato dell’omonima Commissione del Senato e poi si arriverà in tempi brevi al decreto legge: l’Italia investirà 487 milioni di euro fino al 2025 per i nuovi elicotteri militari made in Varese. O meglio realizzati nel cuore produttivo di Leonardo Finmeccanica, l’ex AgustaWestland di Cascina Costa e Vergiate, oggi Divisione Elicotteri, ma in realtà parte di un complesso piano nazionale. Il nuovo velivolo è destinato a mandare in pensione lo storico Aw129, più noto come Mangusta.

A dare l’annuncio con una certa soddisfazione, in una conferenza stampa nella sede del Partito democratico, il deputato varesino Daniele Marantelli, membro della Commissione Difesa e relatore del provvedimento dedicato al futuro elicottero da esplorazione e scorta, richiesto dall’Esercito. Lo stanziamento servirà a coprire i costi di produzione del prototipo e dei primi tre esemplari, quindi occorreranno altre forme di sostegno in futuro, ma di certo la notizia è ossigeno per un settore che ha pagato il prezzo di una pesante crisi di mercato. «Il cuore del sistema produttivo provinciale è proprio l’aerospazio nell’ala fissa e rotante - ha sottolineato il parlamentare -. La sostituzione del Mangusta si rende necessaria, visto che il suo primo volo risale al 15 settembre 1983, in piena guerra fredda. È stato poi usato in missioni di ricostruzione e stabilizzazione dal Kosovo all’Iraq ma ora ha esaurito la propria funzione: mettiamo le basi per l’elicottero dei prossimi trent’anni, con ottima capacità di difesa dai cyber attacchi, autonomia, connettività, operatività con ogni condizione meteo».

Il pensiero va alla visita del premier Renzi nel marzo dell'anno scorso: "Abbiamo la prova che nello stabilimento di Vergiate non venne per una gita ma per toccare con mano il livello di eccellenza di questa realtà che ha radici qui ma contatti internazionali", incalza il politico, storico esponente della sinistra. Del resto se sono una ventina le aziende dell'indotto della provincia di Varese coinvolte, bisogna contare anche tutte le università, i centri di ricerca e le tantissime pmi italiane che metteranno la firma sulla nuova macchina. "Non ci sarà bisogno solo dell'aeronautica ma dell'industria meccanica e tecnologica disseminata in tutto il Paese. Una scelta importante in un settore in continua mutazione che ha avuto un calo legato al crollo del prezzo del petrolio. Perché al di là dell'uso militare o di soccorso o di protezione civile l'elicottero è usato dalle compagnie petrolifere per raggiungere le piattaforme".

La produzione militare, poi, farà da traino al settore civile, assicurando occupazione e lavoro nella provincia con le ali (i due gioielli - l'ex Agusta e l'ex Aermacchi, ora Divisione elicotteri, si associano a tante piccole aziende dell'indotto). "La sfida coinvolge tutti e ci sono tutte le caratteristiche per vincerla - continua l'esponente PD -. Lo schema da adattare è semplice eppure difficile nel concreto: ricerca, nuovi prodotti, gare da vincere grazie al sostegno di tutti, dalle aziende al Governo, dalla dirigenza delle imprese ai lavoratori e ai sindacati".

Marantelli fa dunque appello al sistema ("in Commissione ha votato contro so il Movimento cinque stelle"), quello che in altri Paesi è il punto di forza per imporsi sulle competizioni globali. E ricorda un altro successo di squadra, quei 545 milioni già investiti fino al 2028 dal Governo Renzi sugli aerei, i nuovi addestratori M-345 progettati all’ex Alenia-Aermacchi. Sommando le due voci, si supera il miliardo di euro per sostenere le ali del Varesotto. «Un atto di fiducia motivato verso il nostro territorio».

da Elisa Polveroni, La Prealpina, 1 novembre 2016

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