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Intervento dell'on. Daniele Marantelli, domenica 6 settembre, presso la Biblioteca di Induno Olona in ricordo di Raffaele Marcolli

 

La bella politica esiste. La decisione di intitolare il circolo del PD di Induno Olona a Raffaele Marcolli lo dimostra.

Sono molto grato a chi ha avuto questa idea perché quando qualcuno si avvicinerà con speranza, magari con scetticismo, per partecipare alla vita pubblica di questa comunità sarà un piacere spiegare loro chi è stato Raffaele Marcolli, il compagno Raffaele Marcolli.

La sua scomparsa ha lasciato un vuoto soprattutto nei suoi cari, che oggi sono qui con noi.

Ma in un tempo di così acuto spaesamento la sua assenza pesa, si sente, a me manca.

Manca perché quando una persona è nutrita da valori di fondo forti, libertà, onestà, uguaglianza, giustizia, cultura, è sempre in grado di trovare la bussola, di indicare la rotta giusta anche quando in mare c’è tempesta.

Raffaele si è iscritto al PCI nel 1975. Io qualche anno prima. Nel 1976 ero segretario della sezione di Masnago e nel 1981 segretario cittadino di Varese.

Mi scuso per questi riferimenti personali. È solo per dire che abbiamo davvero camminato insieme animati dagli stessi ideali che il Partito di Enrico Berlinguer aveva saputo far crescere in larga parte nella società italiana.

Anni di impegno politico intenso, di passioni, di vittorie e di sconfitte. Le bellissime esperienze nelle feste provinciali dell’Unità che, anche in una terra  poco generosa con la sinistra, avevano una dimensione popolare, politica e culturale davvero rilevante. Non vanno dimenticati gli anni bui del terrorismo, presente anche nella nostra Provincia e sconfitto perché isolato, culturalmente, innanzitutto nelle fabbriche, grazie al coraggio di molti leaders operai che per Raffaele e per me sono stati esempi, maestri.

Io ho voluto bene a Raffaele. Per me le parole hanno un valore. In questi anni di esplosione mediatica forse c’è stata una scissione tra parole, frasi lanciate sempre e con i mezzi più disparati e i fatti.

Chi è figlio di operai e nipote di contadini sa quanto le parole venivano distillate.

Sì, ho voluto bene a Raffaele perché era una persona speciale con la quale avevo una sintonia personale prima che politica.

È sbagliato dire che il PCI era una caserma. Anzi, è una sciocchezza. È vero però che lo spazio per i sentimenti era sovrastato di gran lunga dalla politica.

Nella lunga, troppo trascinata, fase che ha portato allo scioglimento del PCI e alla nascita del PDS abbiamo sostenuto, dall’’89 al ’91, posizioni politiche diverse.

Seppure fossi convinto che occorresse sostenere la “svolta”, pena il dilapidarsi di un intero patrimonio politico, ideale e culturale, non mi è mai passata per l’anticamera del cervello l’idea che Raffaele fosse un conservatore.

Purtroppo, nella sinistra, ci sono vizi antichi difficili da estirpare: la propensione alla divisione e l’affibbiare etichette. Alle etichette si ricorre, generalmente, quando non si hanno argomenti efficaci per contrastare proposte, idee.

Tanto è vero che, proprio nel 1990, fui il dirigente provinciale che favorì a Induno un’alleanza alle amministrative tra la DC e il PCI. Una grande novità. Sindaco Angelini, Vice Sindaco Pilastro. La cosiddetta questione morale ebbe un peso non irrilevante nella costruzione di quel progetto.

Non so se l’incontro fra grandi forze popolari cattoliche e di sinistra sia stata un’anticipazione dell’Ulivo e del PD. Certo si trattò di una scelta coraggiosa che nella sezione, così si chiamava, di Induno, Raffaele sostenne con l’intelligenza politica che l’ha sempre accompagnato.

Una scelta coraggiosa e lungimirante forse non estranea ai successivi successi del centrosinistra, meritati, di Maria  Angela Bianchi e di Marco Cavallini, attuale sindaco di Induno, che ringrazio per la sua presenza.

Vorrei ricordare un episodio di qualche anno dopo: Raffaele mi chiama e mi dice che ha bisogno di parlarmi con una certa urgenza. Ero Segretario Provinciale del PDS ed ero stato eletto da poco in Consiglio Regionale. Ci troviamo in Federazione.

Senza troppi giri di parole mi descrive le condizioni del Centro di Formazione Professionale che presentavano, a suo giudizio, ombre e anomalie nel rapporto con la Regione Lombardia. Occorre sapere che lui amava  il suo lavoro e non era persona che si perdeva in polemichette  o gossip.

Gli chiesi di prepararmi un appunto scritto che poi mi sarei impegnato a trasformare in una interpellanza all’Assessore Regionale.

Quando feci vedere il testo dell’interpellanza al mio capogruppo  mi chiese se fossi sicuro delle mie fonti.

Intendiamoci. Non è che volesse dissuadermi dal presentarla. Però il testo era, in effetti, particolarmente corrosivo.

Gli sorrisi rispondendo che la mia fonte era più affidabile del Governatore della Banca d’Italia.

Nei confronti di un uomo come Raffaele avevo totale fiducia. In ogni campo, ma soprattutto in politica, la fiducia tra le persone è alla base di ogni azione e impresa positiva.

Qualche volta, devo dirlo, nei confronti di denunce di altri compagni sono stato più prudente.

Negli anni immediatamente successivi i fatti gli diedero, purtroppo, ragione. Ci fu un’inchiesta della Magistratura che portò all’arresto di esponenti politici e di funzionari regionali che operavano nel campo della formazione professionale in Regione Lombardia.

Noi avremmo bisogno come l’ossigeno, di fronte alle sfide dense di incognite di questi nostri tempi, di seguire  quell’esempio di spirito libero, ma anche di profondo senso di appartenenza ad ideali comuni ed ad una comunità.

Raffaele è stata la dimostrazione più genuina che non c’è alcuna contraddizione fra loro.

Grande autonomia e libertà di giudizio e consapevolezza dell’importanza dell’impegno comune.

Oggi il trionfo dell’individualismo induce molti, anche nel centro sinistra, a porsi la domanda. Cosa farò io? Questa li porta a danneggiare e qualche volta a denigrare il compagno di partito, perché sarà forse il suo competitore alle future elezioni politiche, regionali, amministrative,  mettendo così in secondo piano la lotta politica, ideale e culturale verso l’avversario politico.

Raffaele era l’esatto opposto.  Uomo laico ma dai valori profondi che lo portavano a confrontarsi senza paraocchi con idee, filosofie, religioni,  posizioni politiche diverse dalle sue.

E’ stato fra i fondatori della Socrem.

Anche qui un ultimo riferimento personale. Nell’84 morì improvvisamente mio padre. Il suo desiderio era quello di essere cremato.

Nonostante cercassero  di scoraggiarmi, volli assistere personalmente alla sua cremazione al cimitero di Giubiano.

Non voglio usare la parola incivile, ma che sia stata un’esperienza forte che mi colpì e mi segnò, non lo nego. Ebbi modo di parlarne, con il pudore del caso, con Raffaele.

Eletto l’anno dopo in Consiglio Comunale, grazie all’impulso della Socrem, riuscimmo finalmente a realizzare, proprio a Giubiano, un moderno luogo per l’ultimo viaggio di chi sceglieva di essere cremato. Quando finalmente la giunta approvo' la delibera, Raffaele con la sua voce un po’ particolare mi disse:”Bravi, avete fatto un bel lavoro. Mai avrei pensato che il Comune di Varese accettasse la vostra proposta. Così si fa l’opposizione”.

Raffaele ha poi aderito al PD. Ma questa è una bella storia che conoscete tutti.

Le democrazie sono scosse nelle loro fondamenta.

 Finanza internazionale, reti informatiche, terrorismo, sono poteri che minano gli stati democratici, li scavalcano. La globalizzazione ha cambiato il mondo. Un mondo sempre più piccolo. Quel che è accaduto negli ultimi 20 anni non è nulla  rispetto a quello che accadrà nei prossimi 20. Siamo virtualmente dentro una terza guerra mondiale, dissi un anno fa in un’intervista TV durante la fiera campionaria di Varese. Ci fu chi ironizzò.

Papa Francesco l’ha ripetuta più di una volta nel corso di questi mesi questa frase tanto terribile, quanto reale. Il dramma si sta svolgendo di fronte a casa nostra.

Cosa c’entra il buonismo?

Si è mai stati in Africa?

Raffaele non avrebbe avuto bisogno della drammatica foto di Aylan il bimbo siriano di tre anni il cui corpicino senza vita è stato raccolto sulla spiaggia della Turchia per sapere cosa fare, da che parte stare.

Oltre al dramma delle persone che perdono la vita, che a migliaia si mettono in movimento, c’è quello di un’Europa chiamata a capire se i suoi principi di umanità  e solidarietà siano ancora validi.

Qualche anno fa un grande intellettuale americano come James Rifkin ha scritto pagine importanti sul cosiddetto sogno europeo. Sono pagine  attuali, così come attuale e necessario è il progetto degli Stati Uniti d’Europa lanciato da Carlo Cattaneo sin dalla metà dell' 800. E’ invece una colossale sciocchezza sostenere che destra e sinistra sono uguali. La prima pensa a se. La seconda si occupa di chi ha bisogno. Cambia il mondo. Non cambiano i valori di fondo.

Là dove c’è ingiustizia, intolleranza, razzismo, sfruttamento, diseguaglianza, la sinistra deve combattere.

Quando noi europei ci laceriamo se accettare 10.000 o 100.000 rifugiati, mentre la Turchia ne ha 2 milioni, e' chiaro che abbiamo un problema di identità. Dobbiamo ricostruirla attingendo ai valori che hanno ispirato la vita di Raffaele Marcolli. Quelle radici sono un esempio, moderno, per le giovani generazioni che vogliono un mondo migliore. I suoi famigliari possono essere  orgogliosi di lui. Il PD di Induno merita grande apprezzamento per la scelta di intitolargli il circolo. Così come bene aveva  fatto il PD a dedicare a  Laura Prati la sede della federazione provinciale.

Questa mattina, mentre da Varese venivo in macchina a Induno, ho pensato alle numerose riunioni fatte nella sezione di partito, qualche volta polverosa e umida.

La politica però è anche  questo. Passione, fatica, studio, formazione. Ho provato emozioni particolari ripensando a quei momenti, a serate dedicate allo studio del bilancio comunale, dei trasporti, della politica internazionale. Nel mio cammino ho avuto la possibilità di incontrare e conoscere papi, presidenti del consiglio,ministri, scienziati, intellettuali, artisti, campioni dello sport.

Se però questa mattina ho provato sensazioni speciali, belle, intense, il merito è di un uomo semplice e grande come Raffaele Marcolli.

Ha poco senso vivere di ricordi, ma chi non ricorda non vive e non sarà mai in grado di costruire un mondo migliore.

On. Daniele Marantelli

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