La Prealpina intervista alcuni esponenti politici legati a Varese sulla riforma delle province, che ha visto la "retrocessione" della città giardino, unita a Lecco e Como, con quest'ultima come capoluogo.
Secondo Marantelli, ci sono dei responsabili politici ben precisi: le forze politiche che hanno fatto sì, attivamente o semplicemente non pronunciandosi, che il Governo arrivasse ad una proposta confezionata in modo affrettato. "Ho letto in questi giorni riflessioni di esponenti politici che rispetto, ma che non vanno alla radice del problema. Quanto è successo dovrebbe essere d'insegnamento a chi auspica cambiamenti sotto la spinta della demagogia. Ricordiamo che un anno fa tutti erano per l'abolizione delle province, e che questa propensione era sostenuta da una fortissima campagna mediatica. La proposta che era stata confezionata e presentata al Governo nasce dal Cal della Lombardia, a stragrande maggioranza formato da rappresentanti del Pdl e della Lega. La Giunta regionale, stessa maggioranza, aveva la possibilità di avanzare una proposta diversa, ma non s'è visto nulla. Quindi la "paternità" di questa scelta mi sembra evidente".
Ma, secondo Marantelli, la vitalità e il "peso" politico di un territorio dipendono dalle scelte per la sua promozione a suo tempo adottate, e a questo proposito snocciola una serie di date e di cifre. "L'hub di Malpensa è stato aperto il 25 ottobre 1998 dal governo di Romano Prodi. Sappiamo tutti chi lo ha chiuso. Il 14 luglio 1998 il ministro Luigi Berlinguer ha istituito l'università dell'Insubria. Nel marzo 1999 D'Alema ha destinato 200 milioni per il collegamento ferroviario Italia-Svizzera della Arcisate-Stabio. La vera sfida, però, è la dislocazione e l'efficienza dei servizi".