Lunga intervista del quotidiano La Prealpina a Daniele Marantelli, domenica 14 ottobre 2010, a firma di Federico Bianchessi. Al centro, il ruolo del Pd in un momento storico a dir poco delicato. Le primarie possono essere uno spartiacque decisivo per il futuro del Paese.
I due candidati espressi dal Pd, secondo Marantelli, hanno differenze fondamentali. "Renzi è espressione della cultura degli anni Ottanta, quella che ci ha messo nei guai. Bersani, di contro, è espressione di competenza, umanità e capacità di cambiare". L'ha già dimostrato quando era ministro, eliminando le spese di ricarica dei telefonini, le spese notarili per i motocicli e quelle per la portabilità dei mutui.
Il Pd, dice il deputato, può costruire un paese moderno, veramente europeo, dove i governi si alternino "che non dipenda dai salvatori della patria". Al centro dell'attenzione anche il caso Lombardia, che ha avuto in Zambetti, l'assessore alla Casa accusato di aver comprato i voti dei bos ndranghetisti, la goccia che ha fatto traboccare un vaso colmo da tempo. "La retorica del modello lombardo era già stata sepolta dalle inchieste - dice Marantelli - e la caduta di Berlusconi ha segnato il declino di Formigoni e della Lega, per troppi anni subalterna al Pdl". Le elezioni regionali, conclude Marantelli, troveranno il Pd pronto, a capo di "un patto civico che vada oltre i confini dei partiti".